INTRODUZIONE



Barletta ("Varrétte" o "Barlétte"  in dialetto), comune di quasi centomila abitanti, è capoluogo insieme ad Andria e Trani della provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT).
Il territorio comunale fa parte del bacino della valle dell'Ofanto e comprende la frazione di Canne, sito archeologico famosissimo per la battaglia vinta nel 216 a.C. da Annibale contro i Romani.
Ugualmente famosa è la "disfida di Barletta", uno scontro cavalleresco tenutosi il 13 febbraio 1503 nella piana tra Andria e Corato, fra tredici cavalieri italiani (sotto l'egida spagnola) e altrettanti cavalieri francesi.
I francesi si erano spinti fino a Canosa di Puglia, dove vennero impegnati in una breve scaramuccia dagli spagnoli. Alla fine dello scontro, le truppe di Diego de Mendoza catturarono e tradussero a Barletta vari soldati francesi, fra cui il nobile Charles de Torgues, soprannominato Monsieur Guy de la Motte. Il 15 gennaio 1503, i prigionieri furono invitati ad un banchetto indetto da Consalvo da Cordova in una cantina locale (oggi chiamata "Cantina della Disfida"). Durante l'incontro, la Motte contestò il valore dei combattenti italiani, accusandoli di codardia. Lo spagnolo Íñigo López de Ayala difese invece con forza gli italiani, affermando che i soldati che ebbe sotto il suo comando potevano essere comparati ai francesi quanto a valore.
Si decise così di risolvere la disputa con un duello fra tredici cavalieri italiani capitanati da Ettore Fieramosca e altrettanti francesi; il confronto finì con la vittoria degli italiani.

In questo tessuto ricco di storia e di eventi si pongono i suggestivi riti della Settimana Santa che a Barletta presentano un carattere "singolare" sia per la diversità degli eventi celebrativi, sia per la devozione che accompagna tali momenti, creando un clima di raccoglimento e di silenzio che diventa preghiera.
Gli antichi riti di "Barulum Nova Nazareth", così chiamata Barletta in quanto fu sede dal 1327 al 1818 degli Arcivescovi di Nazareth, affondano le loro radici nelle devozioni pre-tridentine e non sono legati, come accade in buona parte del Meridione d'Italia, alle processioni dei "Misteri", fatte di simulacri ed immagini.
I "Misteri" di Barletta sono le Reliquie della Passione (spine, croce) e l'Eucarestia, memoriale del dono di Cristo (Venerdì Santo) e della sua Resurrezione (Domenica di Pasqua); infatti le chiese del S. Sepolcro, di S. Maria Maggiore, di S. Ruggero e di S. Gaetano di Barletta hanno il grande pregio di custodire tali Insigni Reliquie della Passione di N.S.G.C.


Il primo di questi Riti è la processione della Sacra Spina, che si svolge  la sera della V Domenica di Quaresima, antecedente la Domenica delle Palme, con la partecipazione dell'Arciconfraternita della SS. Trinità. Questa processione esce dalla Chiesa di S. Gaetano.

Il Venerdì Santo mattina, alle ore 13.30, il clero barlettano e le varie associazioni laiche prendono parte  alla processione Eucaristica, che si avvia dalla Cattedrale Santa Maria Maggiore e si snoda per le principali vie della città, con una sosta all'ora Nona (15.00) presso il sagrato della Chiesa di San Gaetano, per un momento di riflessione e di meditazione volgendo lo sguardo a "Colui che è stato trafitto".
A Barletta, nella tradizione popolare, si dice che qualora ci fosse cattivo tempo, la processione Eucaristica deve comunque svolgersi, altrimenti qualcuna delle città vicine potrebbe avanzare la pretesa di assumerla per sè: questa "leggenda", in realtà, esprime il legame dei barlettani a quell'evento e il forte carattere singolare rispetto agli altri riti. 

L’esistenza storica inconfutabile di questa processione è riconducibile al voto che la Città di Barletta pronunziò in occasione della cessazione della peste del 1656 quando i nostri padri implorarono la divina misericordia portando Gesù Eucarestia processionalmente.
Tuttavia dagli scritti del tempo emerge che la processione esisteva fin dal 1504, con molta probabilità, perché quello fu anno di peste.
Fin dal 1548 l'Arciconfraternita del SS. Sacramento in S. Maria Maggiore, infatti, viene denominata "Confraternitas Sacratissimi Corporis Christi Veneris Sancti".

Il Venerdì Santo sera invece, dalla Basilica del Santo Sepolcro si snoda la processione del Sacro Legno della Croce, reliquia della "Vera Croce" venerata nella stessa Basilica, a cui partecipa l'Arciconfraternita del Santo Legno della Croce.
Le due processioni del Venerdì Santo hanno origini molto diverse ma sono caratterizzate da alcuni tratti comuni: sicuramente risultano molto attese e sentite e, pur non essendo molto "spettacolari" a differenza dei cortei processionali che si snodano nelle città vicine, conservano quel clima di adorazione profonda e silenziosa che prelude e prepara al trionfo della Resurrezione.
Inoltre, sia la processione penitenziale eucaristica che quella legata alla devozione per la reliquia del Santo Legno della Croce, conservata nella Basilica del S. Sepolcro, hanno un’altra caratteristica che le contraddistingue: il canto del "Christus". Si tratta di un’opera di grande suggestione composta dal musicista barlettano Giusepe Curci, datata 1872, per flauto, clarino, grancassa e basso tuba: un canto struggente che il maestro volle espressamente dedicare "a questo onorevole Municipio di Barletta".

La Settimana Santa barlettana si conclude la mattina della Domenica di Pasqua con un'altra processione Eucaristica che si snoda dalla Chiesa di S. Giacomo Maggiore, con l'intervento dell'Arciconfraternita del SS. Sacramento in S. Giacomo Maggiore.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto tratte dal web.
** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.