Reliquia della S. Croce (Basilica del S. Sepolcro)

Nella Basilica del S. Sepolcro si custodisce una croce patriarcale di metallo smaltato di Corinto coperto di lamine d’argento dorato. Su di essa vi sono incastonate ventiquattro pietre turchine disposte due a due lungo la banda verticale e le due bande orizzontali.
Nella parte posteriore della croce sono visibili le seguenti figure a sbalzo poste nei cerchietti:

· Al centro dell’asta più lunga orizzontale, un agnello passante rivolto verso destra che guarda all’indietro e che stringe nella zampa destra un’asta con banderuola: simboleggia Gesù Cristo immolatosi come vittima per riscattare i peccati del mondo.
· Alle due estremità della medesima asta: a sinistra un leone rivolto a sinistra riportante, all’altezza del dorso, la scritta “Ma-rcus”. E’ il simbolo dell’evangelista Marco;
a destra un bue rivolto a destra riportante, all’altezza del dorso, la scritta “Lu-cas”. E’ il simbolo dell’evangelista Luca.
Sull’asta verticale:
· sopra, un’aquila con la scritta “Iohan-nes”: è il simbolo dell’evangelista Giovanni;
· sotto, un angelo coperto da una borchia, apposta per rinforzare la parte del bacolo: è il simbolo dell’evangelista Matteo.

Su di essa è apposta una targhetta dov’è incisa la seguente iscrizione:

LIGNUM CRUCIS
D. N. JESU CHRISTI
ANNO SANTO
DELLA
REDENZIONE 1983-84
BENEDETTA E SIGILLATA
25.3.1984

L’asta verticale, escluso il terminale che s’innesta nel bacolo, è alta 29 cm., le aste orizzontali misurano rispettivamente 8 cm. e 14,8 cm.

La croce patriarcale contiene tre pezzi della Vera Croce: uno è incastonato nell’asta verticale ed è di 18 cm., gli altri due sono posti nelle bande orizzontali e misurano 10 cm. il maggiore e 6 cm. il minore. La croce ha il piede di metallo di Corinto smaltato ed è avvolta da una catenina d’oro con una crocetta di Malta che fu donata dal priore Sigismondo Piccolomini quando prese possesso della carica (1742).
La Reliquia della Croce nel 1659 subì una mutilazione: da uno dei tre pezzi della Vera Croce fu asportata una scheggia lunga 4 cm che fu donata dal Priorato di Barletta al viceré di Napoli, Gaspare di Bragamante, e a Guzman, conte di Pignorando. Ciò viene attestato da due documenti del notaio Geronamo Spallucci del 1659.
La preziosissima Reliquia della Croce (portata a Barletta dal già menzionato Patriarca di Gerusalemme Radulfus con altri preziosi cimeli e opere simili in rame e smalti di Limoges rosa, azzurri e bianchi, databili ai secoli XII-XIII, si custodiscono a Londra, nel British Museum, Madrid, nel Museo Lazaro Galdiano, Milano, nel tesoro del Duomo, Parigi, nel musèe de Cluny), è molto venerata dai barlettani tanto che ne hanno sempre invocato la protezione durante i tristi eventi che li hanno duramente colpiti. Si ricordano, per esempio, l’epidemia portata dall’esercito di Carlo III di Durazzo quando si accampò nei pressi della città ed ancora le pestilenze avvenute negli anni 1465, 1498, 1503 e 1656 che decimarono la popolazione.
Alle varie manifestazioni di fede parteciparono soprattutto gli amministratori comunali. Per celebrare la Santa Croce, Papa Paolo V concesse indulgenza plenaria a coloro che si confessavano e si comunicavano nella festività della Sua Invenzione (ritrovamento) (disposizione promulgata da S. Maria Maggiore in Roma il 17 dicembre 1619).

- Testo e foto tratti dal sito del Centro Regionale Servizi Educativi Regionali


Il 14 settembre di ogni anno, solennità liturgica della Esaltazione della Santa Croce, fuori dal periodo pasquale, la Reliquia viene portata in processione dopo la celebrazione di una S. Messa officiata dal Vescovo.

** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.